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Sicuramente già esistente nel sec. VII quale chiesa paleocristiana, la costruzione moderna risale al sec. XII e venne consacrata nel 1132. Probabilmente il nome deriva dal fatto che la copertura originaria era a capriate lignee dorate. All’interno sono conservate le spoglie di Sant’Agostino, di Severino Boezio e del re longobardo Liutprando. La basilica attuale in stile romanico, con la tipica facciata a capanna in mattoni e arenaria, è ricordata da Dante, Boccaccio e Petrarca. All’interno di particolare interesse sono gli affreschi dei sec. XV e XVI nella facciata di sinistra, la maestosa arca di marmo a tre piani, costruita tra il 1360 e il 1400, e il pezzo di mosaico pavimentale del sec. XII, raffigurante un cavaliere che lotta contro un drago (probabilmente San Giorgio). Sulla parete di fondo domina la tela del 1599 di Gian Battista Tassinari.