Imperdibile per chi visita la città di Pavia, è la Certosa, voluta da Gian Galeazzo Visconti come mausoleo di famiglia nel 1396. La morte del duca avvenuta nel 1402, causò gravi problemi ai lavori di costruzione, fino a che non subentrò Francesco Sforza, divenuto duca di Milano, che riprese il progetto. Nel frattempo i monaci certosini già abitavano i chiostri, nonostante la chiesa avesse solo le fondamenta. Dato l’ampio lasso di tempo di costruzione, nella Certosa si possono notare oltre agli influssi gotici innestati ormai nella tradizione romanica, anche i nuovi influssi rinascimentali toscani, soprattutto grazie all’apporto che l’Amadeo, il Dolcebuono, il Ferrini diedero al linguaggio lombardo dei Solari cui era stato affidato il progetto da Francesco Sforza. La costruzione della facciata comincia solo nel 1473: è un complesso indipendente dal corpo centrale. Venne affidata dai monaci a Cristoforo e Antonio Mantegazza e ripresa successivamente da G. Antonio Amadeo che ne ampliò il progetto dando maggior grandiosità. Nonostante la facciata non fosse ancora completata, la chiesa viene consacrata nel 1497.

Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento a causa dei gravi problemi politici che sconvolgevano la Lombardia, i lavori si arrestarono per riprendere nel 1549 secondo il nuovo progetto di Cristoforo Lombardi. Nel 1564 la Certosa si arricchisce del monumento funerario scolpito da Cristoforo Solari per Ludovico il Moro e Beatrice d’Este. I monaci certosini, ai quali il fondatore aveva lasciato il monastero, continuarono a occuparsi delle decorazioni aggiuntive, così la Certosa continuò ad arricchirsi di opere d’arte fino alla fine del Settecento, quando furono espulsi dall’imperatore Giuseppe II. I certosini rientrarono nel monastero nel 1843, e vi rimasero a fasi alterne fino al 1947, quando dovettero abbandonare la struttura per mancanza di vocazioni. Il monastero è ora abitato dai monaci cistercensi.