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Nell'825, con il riordinamento dell'istruzione superiore nel Regno Italico, l'imperatore Lotario costituì a Pavia una scuola alla quale avrebbero dovuto accedere la maggior parte degli studenti residenti nell'Italia Settentrionale. Ma la vera fondazione di uno Studium generale a Pavia, dal quale deriverà l'Università, è del 1361, voluto dall'imperatore Carlo IV di Lussemburgo su sollecitazione di Galeazzo II Visconti. Studium al quale Papa Bonifacio IX, nel 1389, riconobbe i medesimi diritti delle Università di Parigi e Bologna, e che venne trasformato in Università nel 1485. Il prestigio dell'Ateneo crebbe d'importanza durante il sec. XV per subire un arresto sotto la dominazione spagnola e fino al Settecento, quando l'imperatrice Maria Teresa d'Austria e Giuseppe II riordinarono gli insegnamenti e ne rinnovarono gli edifici, costruendone anche di nuovi su progetto di Piermarini prima, e di Pollach e Marchesi dopo. La facciata neoclassica a due piani, lunga m. 200 circa, è opera del Piermarini. L'ingresso principale è situato nella Torre dell'Orologio ed è affiancato da due medaglioni con le effigi di Lotario e Galeazzo II. I numerosi cortili interni sono ornati di colonne doriche binate in granito. Lo scalone neoclassico conduce alla biblioteca, fatta riordinare da Maria Teresa d'Austria, e che presenta ancora l'originale arredo Settecentesco. All'interno si possono ammirare la settecentesca Aula Foscolo, l'Aula Scarpa, l'Aula Volta e l'Aula Magna, costruita nella metà dell'Ottocento con un pronao composto da colonne corinzie ispirato a un tempio greco. Numerosi i personaggi famosi che qui studiarono o insegnarono: Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta, Antonio Scarpa, Lorenzo Mascheroni, per citarne qualcuno. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Università di Pavia conosce un nuovo rilancio, soprattutto grazie all'apporto di Plinio Fraccaro. Negli anni '60 alle facoltà tradizionali si aggiungono quelle di Economia e Ingegneria.